…recita la leggenda che da tempi lontanissimi, nella notte di San Giovanni accadessero strane cose…
Le silenziose colline avvolte dall’oscurità si accendevano di luci ovunque, i falò, accompagnati da canti e strani rituali; magiche figure si muovevano nella notte, senza rumore, e forse potevi accorgerti della loro presenza solo dal luccichio proveniente dai loro occhi, ma anche dalle sinistre risate che alle volte riecheggiavano nell’oscurità.
Secondo un’antica credenza durante questa festa, il sole si sposa con la luna ed è come se il racconto di Shakespeare “sogno di una notte di mezza estate” trovasse qui il suo fondamento magico, il sogno che si fonde con il reale.
Questa atmosfera così surreale ci catapulta in un tempo nel quale tutto sembra sospeso e ci fa sentire parte integrante con la natura.
Nella tradizione contadina venivano accesi grandi falò in regalo al sole, ma che avevano anche la funzione di predizione e purificazione, si pensava che bruciando “cose vecchie” il fumo avrebbe allontanato spiriti malvagi e … streghe.
Durante questa notte le streghe si danno appuntamento dai tempi dei tempi per scorrazzare in cerca di erbe in quanto proprio oggi esse sono cariche di poteri particolari che verranno poi utilizzati tutto l’anno.
Un mazzetto affisso sopra la porta d’ingresso farà da guardiano della casa, ma attenzione il prossimo anno, in questi stessi giorni, lo dovrai bruciare, mentre un piccolo cespuglietto adagiato sotto il cuscino consentirà di viaggiare nel mondo onirico… ma solo per questa notte.
Questi sono i giorni dei piccoli incantesimi domestici.
La mia erba preferita è l’iperico, detta anche erba si San Giovanni o “scaccia diavoli”; è una gran bella pianta, carica.. dalle gialle inflorescenze e ricca di piccoli capolini che ti tingono le dita di rosso.. con foglie traforate e lunghi steli resistenti.
Dai racconti delle streghe sembra che questa pianta sia alquanto dispettosa o dal carattere particolare, non la si trova nello stesso punto deve la si era lasciata l’anno precedente e se non vuole farsi trovare non c’è erbario che tenga… è lei che decide.
L’iperico racchiude dentro di sé un enorme quantitativo di luce e colore, che è capace di regalare a sua volta alle persone meritevoli, quelle che saranno in grado di apprezzare il suo grande valore… quello di riscaldarci ed illuminarci l’anima, giorno dopo giorno.
Favola o realtà…?!
In questo particolare giorno, è nata una ricetta che racchiude l’amore di una nonna che, nonostante l’età, ha avuto la capacità di “accogliere” incondizionatamente e dall’amicizia di Vera l’amica di tastiera che nonostante la grande lontananza è l'amica di tutti i giorni, quella con la quale prendere il tè con i biscotti e fare lunghe chiacchierate disquisendo su quale frosting starebbe meglio su quale cupcake… Questa è per voi.
Zuppa di fregola e piselli
Cosa ti serve??
@ Sedano carota e cipolla
@ Fregola Sarda
Prepara un soffrittino leggero con sedano, carota e cipolla direttamente nella pentola a pressione e non appena la cipolla inizia ad imbiondire aggiungi i piselli precedentemente lavati. Fai saltare qualche minuto, aggiungi “un palmo di acqua” cioè un quantitativo di acqua che superi i piselli di circa un palmo… e chiudi la pentola a pressione. Fai cuocere circa 15, 20 minuti. Io non possiedo la pentola a pressione, mi ha sempre fatto paura.. e non la voglio.. ma tornando a noi, questa zuppetta la puoi fare anche senza, facendola cuocere un pochino di più, fino all’assorbimento di tutta l’acqua.
A parte cuoci la fregola Sarda, mi piace così tanto… (quando passo per di là, Vera mi prepari anche questa, oltre che alle seadas eh??) e aggiungila alla zuppa, servi tiepida, con un goccio di olio evo ed eventualmente qualche crostino abbrustolito e magari aggiungi una “nevicata” di parmigiano o pecorino.
Davvero un incantesimo del palato, delicata, corposa ed avvolgente.
E.. anche se questo post è stato scritto con un giorno di ritardo, buon San Giovanni a tutti… e occhio alle streghe… ^__^ Hihihihi!
Have an happy Sant John’s week
Ciao Vale, ma che bello questo post e grazie di cuore per le parole che hai scelto. Sai che qui a San Giovanni si saltava il fuoco con un'amica, tenendo insieme due lembi dello stesso fazzoletto e si diventava così "Comare e miccalori" cioè comare di fazzoletto. Non me ne vogliano i puristi della lingua sarda, ma io il sardo lo parlicchio ma non lo scrivo. E il comario per noi è molto importante. Dai ci vediamo il prossimo anno qui per San Giovanni e si salta insieme il fuoco.
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